Stanotte, alle 3 e mezza circa, una città intera è stata rasa al suolo da un terremoto di proporzioni enormi, uno dei peggiori della storia d’Italia.
Ferdinando De Lucia, il nostro grafico, è coinvolto nella tragedia. Fortunatamente lui, la sua famiglia e la famiglia della sua ragazza, sorella della mia, sono riusciti a salvarsi.
Il trauma è inimmaginabile.
Noi siamo vicini alla città intera, a Ferdinando, alla sua famiglia, alla famiglia Di Cato e alle migliaia di famiglie che da oggi sono senza casa, senza città e forse senza qualche persona cara.
Denunciamo qui la colpevolezza delle istituzioni, in particolare della Protezione Civile e degli amministratori che non hanno dato il minimo aiuto a persone povere che in una città sismica come L’Aquila meriterebbero, forse, case anti-sismiche o quantomeno un ospedale anti-sismico. A sorprendersi e piangere dopo sono buoni tutti.
(Christian Tugnoli, a nome del blog intero)
ho letto e condivido pienamente quello che scrivete.
sono nata a l’aquila tanti anni fa 52 e sono rimasta per sei anni , mio padre era capostazione e poi siamo tornati a cremona da dove venivamo.
E’ tanto che mi ripromettevo , prima o dopo andro’ a vedere la mia citta’ natale.
non ci voleva proprio.
ciao
emilia
sottoscrivo in pieno le parole di christian: capisco che rendere anti-sismiche le case dei centri storici medievali di tutta italia sia un po’ complicato, ma fabbricare almeno gli ospedali, almeno quelli, in grado di resistere ai terremoti…
maurizio
D’accordissimo con Christian, il fatto che gli edifici pubblici, che tendenzialmente dovrebbero essere gli esempli di sicurezza, si siano letteralmente sciolti come neve al sole è l’emblema dell’incompetenza di molti nostri dirigenti.